Memole68 un nick non a caso............
Inviato: venerdì 25 ottobre 2019, 2:16
Vi volevo mettere a conoscenza del perché del mio nickname qui “Memole68” , visto che virtualmente ci frequentiamo ogni giorno, raccontandoci momenti di vita passata.
L’origine del mio nickname ebbe inizio circa negli anni 80, quando uscì il cartone animato Memole, affibbiatomi dal mio amico del cuore Fabrizio Bellucci figlio dei titolari dell’edicola del mio quartiere, nonché mio coetaneo. A 16 anni avevamo entrambi il motorino e finita la scuola ogni sera era una festa, in giro per le strade del quartiere. Dopo gli esami di maturità i nostri rispettivi genitori ci acquistarono un 125 io la Gilera KZ 125 e lui la Honda NS125F, ogni sera era una gara a chi osava di più, ma alla fine di tutto era la profonda amicizia che ci univa.
Di qui a qualche mese via con il servizio militare, io esercito e lui scuola ufficiali dell’aeronautica militare, lui voleva a tutti i costi volare. A fine del servizio di leva io andai a lavorare in banca e lui firmò per ritrovarsi dopo 5 anni a Gioia del Colle come pilota istruttore. Ci vedevamo raramente e quando avevamo l’occasione di incontrarci, rimanevo a bocca aperta durante i suoi racconti delle esperienze di volo e delle check list pre e post volo e delle caratteristiche tecniche degli aereomobili.
Una sera mi piomba a casa e mi dice:” A Memolo’ c’è un concorso per piloti Alitalia e devo scrivere la domanda con Word, visto che tu lo usi quotidianamente in banca mi aiuti a scriverla?”. Come potevo rifiutare? Passati circa 2 mesi sempre di sera me lo vedo arrivare a casa e mi disse:” Te stai a divertì? Io sono 2 notti che non dormo”. Praticamente era stato convocato da Alitalia per fare i test di ammissione e lui credeva fosse uno scherzo da parte mia, visto che solamente io ero al corrente di tutto. Passo’ brillantemente i test di ammissione e per circa 1 anno frequentò la scuola addestramento, per piloti di linea a corto raggio. Dopo qualche anno fu distaccato ad Alghero alla scuola piloti come istruttore e quando tornò a Roma fu promosso 1 ufficiale dei voli a lungo raggio. Che dire per me era un’immensa soddisfazione vederlo realizzato in quello che sempre aveva sognato di fare.
Passati svariati anni un giorno mi venne a trovare e mi disse: “io a te devo un favore, hai il passaporto e 3 giorni? Andiamo a fare un giro a Tokyo partiamo domani mattina”.
Come potevo rifiutarmi. E quindi il giorno successivo ero con lui a fare il check in a Fiumicino ed arrivato sotto il Boeing 777 lo trovo ad aspettarmi a fianco alla scaletta mi fa indossare un giubbotto arancione e mi disse: “lascia la borsa qui penseranno le hostess a portarla a bordo lo sai che questo per te non sarà un volo come per tutti gli altri passeggeri”. Mi portò a vedere sotto l’aereo vicino ai motori vicino ai carrelli spiegandomi con dovizia di particolari ogni dettaglio. Io ero senza parole e non riuscivo a pensare che quella cosa enorme, vista da così vicino potesse volare, mi spiegò la portanza e la deportanza delle ali e la semplicità degli ancoraggi dei motori.
Salito a bordo in 1 classe dopo il decollo mi venne a prendere e passai qualche ora con lui in cabina di pilotaggio con il comandante. Era una cosa da non credere, la miriade di pulsanti di potenziometri e di schermi da tenere costantemente sotto controllo, il computer di bordo se non viene toccato nessun pulsante dopo circa 1 minuto va in allarme, guardai l’orizzonte davanti a me ed a quell’altezza già si vedeva chiaramente la curvatura della terra.
Questo trattamento mi fu riservato ovviamente anche per il volo di ritorno a Roma e non finii mai di ringraziarlo, per me era un regalo troppo grande.
Dopo circa 1 anno me lo vedo arrivare a casa la vigilia di Natale 2013 per farmi gli auguri e mentre andava via gli dissi scherzando: “a Fabri’ mi raccomando vola piano e basso“, lui si girò guardandomi sorpreso e rispose:”Memolo’, me lo diceva sempre anche mamma buonanima”.
Quella fu l’ultima volta che lo vidi.
Il successivo 2 Marzo 2014, partecipò alla maratona Roma-Ostia, ed arrivato al traguardo ebbe un arresto cardiaco ed a nulla servirono i primi soccorsi che erano già sul posto per l’evento, arrivò all’ospedale di Ostia già morto, lui che come tutti gli altri piloti, veniva continuamente sottoposto a controlli e visite mediche.
Dopo quella volta ogni volta che mi capita di prendere un volo, quando l’aereo viene lanciato sulla pista a tutta manetta, non riesco a trattenere le lacrime perché immagino sempre che lì in cabina ci sia lui che mi dice:” a Memolo’ stai tranquillo che qui davanti ci sono io!”.
Ecco la provenienza del mio nickname su questo forum. Era tanto che volevo esternare questo mio stralcio di vita, ma non trovavo mai il modo e le parole per iniziare e grazie allo stimolo, senza volerlo, di una persona che non mi conosce così a fondo ho preso a scrivere questo racconto, sicuramente malinconico.
L’origine del mio nickname ebbe inizio circa negli anni 80, quando uscì il cartone animato Memole, affibbiatomi dal mio amico del cuore Fabrizio Bellucci figlio dei titolari dell’edicola del mio quartiere, nonché mio coetaneo. A 16 anni avevamo entrambi il motorino e finita la scuola ogni sera era una festa, in giro per le strade del quartiere. Dopo gli esami di maturità i nostri rispettivi genitori ci acquistarono un 125 io la Gilera KZ 125 e lui la Honda NS125F, ogni sera era una gara a chi osava di più, ma alla fine di tutto era la profonda amicizia che ci univa.
Di qui a qualche mese via con il servizio militare, io esercito e lui scuola ufficiali dell’aeronautica militare, lui voleva a tutti i costi volare. A fine del servizio di leva io andai a lavorare in banca e lui firmò per ritrovarsi dopo 5 anni a Gioia del Colle come pilota istruttore. Ci vedevamo raramente e quando avevamo l’occasione di incontrarci, rimanevo a bocca aperta durante i suoi racconti delle esperienze di volo e delle check list pre e post volo e delle caratteristiche tecniche degli aereomobili.
Una sera mi piomba a casa e mi dice:” A Memolo’ c’è un concorso per piloti Alitalia e devo scrivere la domanda con Word, visto che tu lo usi quotidianamente in banca mi aiuti a scriverla?”. Come potevo rifiutare? Passati circa 2 mesi sempre di sera me lo vedo arrivare a casa e mi disse:” Te stai a divertì? Io sono 2 notti che non dormo”. Praticamente era stato convocato da Alitalia per fare i test di ammissione e lui credeva fosse uno scherzo da parte mia, visto che solamente io ero al corrente di tutto. Passo’ brillantemente i test di ammissione e per circa 1 anno frequentò la scuola addestramento, per piloti di linea a corto raggio. Dopo qualche anno fu distaccato ad Alghero alla scuola piloti come istruttore e quando tornò a Roma fu promosso 1 ufficiale dei voli a lungo raggio. Che dire per me era un’immensa soddisfazione vederlo realizzato in quello che sempre aveva sognato di fare.
Passati svariati anni un giorno mi venne a trovare e mi disse: “io a te devo un favore, hai il passaporto e 3 giorni? Andiamo a fare un giro a Tokyo partiamo domani mattina”.
Come potevo rifiutarmi. E quindi il giorno successivo ero con lui a fare il check in a Fiumicino ed arrivato sotto il Boeing 777 lo trovo ad aspettarmi a fianco alla scaletta mi fa indossare un giubbotto arancione e mi disse: “lascia la borsa qui penseranno le hostess a portarla a bordo lo sai che questo per te non sarà un volo come per tutti gli altri passeggeri”. Mi portò a vedere sotto l’aereo vicino ai motori vicino ai carrelli spiegandomi con dovizia di particolari ogni dettaglio. Io ero senza parole e non riuscivo a pensare che quella cosa enorme, vista da così vicino potesse volare, mi spiegò la portanza e la deportanza delle ali e la semplicità degli ancoraggi dei motori.
Salito a bordo in 1 classe dopo il decollo mi venne a prendere e passai qualche ora con lui in cabina di pilotaggio con il comandante. Era una cosa da non credere, la miriade di pulsanti di potenziometri e di schermi da tenere costantemente sotto controllo, il computer di bordo se non viene toccato nessun pulsante dopo circa 1 minuto va in allarme, guardai l’orizzonte davanti a me ed a quell’altezza già si vedeva chiaramente la curvatura della terra.
Questo trattamento mi fu riservato ovviamente anche per il volo di ritorno a Roma e non finii mai di ringraziarlo, per me era un regalo troppo grande.
Dopo circa 1 anno me lo vedo arrivare a casa la vigilia di Natale 2013 per farmi gli auguri e mentre andava via gli dissi scherzando: “a Fabri’ mi raccomando vola piano e basso“, lui si girò guardandomi sorpreso e rispose:”Memolo’, me lo diceva sempre anche mamma buonanima”.
Quella fu l’ultima volta che lo vidi.
Il successivo 2 Marzo 2014, partecipò alla maratona Roma-Ostia, ed arrivato al traguardo ebbe un arresto cardiaco ed a nulla servirono i primi soccorsi che erano già sul posto per l’evento, arrivò all’ospedale di Ostia già morto, lui che come tutti gli altri piloti, veniva continuamente sottoposto a controlli e visite mediche.
Dopo quella volta ogni volta che mi capita di prendere un volo, quando l’aereo viene lanciato sulla pista a tutta manetta, non riesco a trattenere le lacrime perché immagino sempre che lì in cabina ci sia lui che mi dice:” a Memolo’ stai tranquillo che qui davanti ci sono io!”.
Ecco la provenienza del mio nickname su questo forum. Era tanto che volevo esternare questo mio stralcio di vita, ma non trovavo mai il modo e le parole per iniziare e grazie allo stimolo, senza volerlo, di una persona che non mi conosce così a fondo ho preso a scrivere questo racconto, sicuramente malinconico.