
Certe notti la macchina e' calda e dove ti porta...
Sono al computer, e come faccio spesso mentre lo uso, ho di sottofondo la musica di una stazione radio in streaming, che in questo momento sta passando la vecchia canzone di Ligabue...
Ascolto le parole, e mi torna in mente che...
E' un venerdi' di inizio estate del 1980, sono circa le 10 di sera, torno a casa dalla piscina dove insegno, l'ultima ora e' sempre faticosa, perche' dopo 5 ore di bambini e ragazzi, arrivano gli adulti, a cui devo insegnare almeno a tenersi a galla.
Ma a differenza dei bambini che provano a fare quello che gli dici, gli adulti invece di fidarsi e provare, si inventano i problemi piu' assurdi, quindi devi convincerli che anche se hanno piu' del doppio della tua eta', tu insegni e loro devono imparare, non il contrario...
Inoltre un bambino che pesa 20-30 chili, lo sostieni a galla con una mano sola, ma un energumeno che pesa piu' di te, e che non riesce a rilassarsi, oltre al fatto che magari e' ricoperto di peli e ti fa un po' senso toccarlo, se rimane rigido come una statua, non galleggia e ti fa faticare parecchio...
Sotto casa, con la sacca sportiva sulle spalle tipo zaino, scendo dalla moto e metto il blocca disco, quando delle manacce mi prendono per le braccia e mi tirano indietro...
Sono Mauro e Moris, che si erano nascosti dietro una macchina parcheggiata e non li avevo notati...
“ Ao, che ca**o state a fa qua sotto? “
“ te semo venuti a pija' che s'annamo a fa un giretto...”
“ No rega' gna posso fa, so cotto “
“ Daje che a Leone la donna l'ha accannato, e lo volemo fa ripija' se no se spara... “
“ Ma dai so stanco, e nun ho manco cenato “
“ Ma nun fa er cojone, quarcosa da magna' lo trovamo “
Ho capito, se non vado di mia volonta' mi ci portano per forza...
Lascio la sacca sulla moto e li seguo verso “l'alfone” di Leone, che seduto al posto di guida sembra assorto nei suoi pensieri...
Salgo nella macchina, Leone mi saluta con un grugnito e partiamo...
Poco dopo dal raccordo imbocchiamo l'autostrada verso Firenze, al che chiedo:
“ A Leo' ma ndo ca**o annamo? ”
“ Cio voja de guida' s'annamo a pija un caffe' a Firenze ”
“ A Leo' a parte er fatto che er caffe' lo fanno mejo a Napoli, che sta pure piu' vicino, prima der casello c'e' l'aria de servizio che me magno quarche cosa, poi tornamo indietro e annamo a Sant'Eustacchio a pija' er caffe', e po' esse che te se rimorchia na turista affamata, ma devi soride, che co sto muso nun te se accosta nessuna “
Nell'autogrill ci beviamo una birra mentre mangio un panino rinsecchito, poi saliamo in macchina e ci accostiamo alla pompa per fare benzina, dove un tizio sta facendo rifornimento ad una kawasaki 900 nuovissima.
Il tizio ci da un'occhiata e fa un sorrisetto come a dire: “ a pezzenti ve piacerebbe avecce na moto cosi' ”, e Moris, mentre il tizio sale sulla moto, dice: sta a fa er fanatico, ma manco la sapra' guida' “...
E non abbiamo mai capito se Moris porta jella o se prevede il futuro, perche' il tizio, per fare scena, mette in moto, accelera, lascia la frizione, la moto si intraversa e parte andando a sbattere nella fiancata della macchina che stava ferma davanti alla pompa di fronte...
Mentre l'autista della macchina tamponata dava del coglione al motociclista, abbiamo fatto benzina e siamo ripartiti tornando verso Roma...
Lungotevere come al solito e' bloccato dal traffico, e mentre procediamo a passo di lumaca, tentiamo di rincuorare Leone, o forse lo stavamo prendendo per il culo con frasi tipo:
“ Vabbe' ma ce lo dovevi sape', te ce sei messo insieme che era na regazzina e jai fatto da padre, mo e' cresciuta, e come fanno le fije, ha lasciato a casa er padre e s'e' trovata er ragazzo che se la scopa ”
“ Ma dai, sta a studia' da infermiera, percio' e' na ragazza generosa, e magari la da ai bisognosi, mica po' perde tempo co te che nun te funziona ”
“ Ma pensa positivo, la mano mica la devi porta' a cena fori pe fatte fa un lavoretto, cosi' risparmi e te cambi sto vaso di porcellana de machina “
E cosi' mentre procedevamo a rilento verso Trastevere, tra le battute e le nostre risate, Leone ci mandava a “fanculo” minacciando di lasciarci a piedi, finche' Mauro che ha avvistato un parcheggio, dice di fermarsi che conosce una birreria li vicino.
Parcheggiata la macchina, facciamo un po' di strada a piedi, ed andiamo in una viuzza dietro a piazza Trilussa, ed entriamo nella birreria, intanto la mezzanotte e; passata...
Ci sediamo ad un tavolo, e Mauro dice:
“ Mo visto che Leone e' triste, pe fallo ripija' stasera ce ordinamo no stivale peruno ”
Alla mia domanda:
“ Ma stamo in birreria o dalo scarparo? ”
Leone con gli occhi che si erano risvegliati dice:
“ Gnente scarpe, e' un bicchiere a forma de stivale, che cia 35 de piede e 70 de porpaccio... “
La birreria aveva un buffet libero, dove erano rimaste solo verdure, soprattutto patate.
Meglio di niente, il panino di prima mi aveva fatto poco, quindi mi riempio un piatto di patate arrosto fredde e torno al tavolo, dove scopro che lo stivale, di birra ne contiene 2 litri...
La notte va avanti, Leone e' tornato quasi normale, vabbe' diciamo al 70%, cominciamo a fare progetti per l'estate, tutti rigorosamente senza donne, sapendo che non li avremmo mai realizzati...
Verso le tre un cameriere ci dice che devono chiudere, quindi gli altri si spartiscono la birra rimasta nel mio stivale, circa la meta', perche' visto come si era messa la serata, avevo capito che toccava a me riportarli a casa...
Usciti dalla birreria, torniamo verso Lungotevere, e mi rendo conto che i tre amici sono parecchio alterati, la sbronza da birra non arriva di botto, ma sale piano piano e ti stende.
Quindi sfruttando la loro ormai alterata capacita' cognitiva, li convinco a mettere la testa nell'acqua del fontanone di piazza Trilussa, sperando che si riprendano un po', cosi' se nel ritorno verso casa gli venisse da vomitare, potrebbero mettere la testa fuori dal finestrino...
Quando finalmente risaliamo in macchina, Leone, che ho fatto salire dietro per mettermi alla guida, apre il bracciolo portaoggetti, ed urlando:
“ M'ero scordato che l'avevo messa qui...”
Tira fuori una bottiglia di grappa grezza che ha fatto suo zio, ed e' li da Natale, perche' con il suo sapore tipo gasolio, non eravamo riusciti a berla...
Mentre guido, la bottiglia viene passata tra i viaggiatori, ma io passo il turno non vorrei avvelenarmi...
Arrivati vicino al Foro Italico, devo fermare la macchina per la pisciata post birreria di rito, quando allineati sulla sponda del Tevere, contribuiamo insieme ad aumentarne la portata, e Moris ci butta anche la bottiglia della grappa ormai vuota...
Torniamo verso la macchina ferma sulla strada, e gli amici barcollanti si attardano, quindi salgo in macchina metto in moto, e quando si avvicinano, mi allontano di 50 metri inseguito dalle loro parolacce, e la cosa si ripete per tre o quattro volte, fino a che invece di inseguirmi si siedono sull'asfalto, allora preso dalla compassione, faccio un po' di retromarcia e li faccio salire, aspettandomi qualche reazione da loro, ma sono troppo cotti, non dicono niente, chiudono gli sportelli e riparto...
L'orologio dell'alfa 2000 segna le 4 e 45 quando scarico Mauro e Moris barcollanti sotto casa loro, mentre Leone svenuto sul sedile dietro, non da segni di vita...
Dovrei riportarlo a casa, ma poi dovrei farmi un paio di chilometri a piedi per tornare a casa mia...
Parcheggio l'alfone vicino alla mia moto, Leone russa come una motosega, chiudo lo sportello dolcemente per non svegliarlo, prendo la sacca che avevo lasciato sulla moto e salgo a casa...
Tanto conoscendo Leone, quando si svegliera' non ricordera' ne perche' sta dormendo in macchina sotto casa mia, ne che la ragazza lo ha mollato...
